Pubblicato su politicadomani Num 92-93 - Giugno/Luglio 2009

Scuola: educazione alla solidarietà
Il trapianto è vita. Non fermare la vita

di Maria Carla Mazzei

Donare gli organi è donare la vita: il messaggio forte che piace ai giovani è stato ribadito in un convegno fatto in una scuola media di Marano indirizzato a studenti, docenti e genitori

Il 7 maggio scorso, alle ore 10.30, si è tenuto presso l'Auditorium della scuola media statale "Vittorio Alfieri" di Marano di Napoli il V Convegno "Dona gli organi e la vita trionfa". L'evento è stato organizzato dalla scuola e dall'A.C.T.I. (Associazione Cardiotrapiantati Italiani) di Napoli, nell'ambito delle attività svolte durante la settimana della donazione indetta dal Ministero della Salute per la sensibilizzazione alla donazione di organi e tessuti dal 3 al 10 maggio 2009.
La scuola porta avanti il progetto "Il trapianto è vita. Non fermare la vita" grazie alla sensibilità di Maria Micelisopo, dirigente scolastica, e della professoressa Maria Carla Mazzei. Ogni anno un percorso formativo avvicina gli alunni delle terze classi alle problematiche della donazione e del trapianto di organi: libri, articoli, immagini, filmati, interviste a persone che hanno subito un trapianto sono presentati agli alunni. I giovani sono anche coinvolti attivamente con la realizzazione di video, di slogan, la creazione di opuscoli e quest'anno anche di un calendario 2009/10 nel quale ci sono informazioni che appartengono alla storia dei trapianti.
L'A.C.T.I. con il suo Presidente, Giovanni Laurano, trapiantato di cuore, aiuta chi si trova nelle condizioni drammatiche di avere bisogno di un organo, e si adopera per diffondere la cultura della donazione. Essa ha svolto un ruolo fondamentale di supporto al progetto della scuola fornendo informazioni, promuovendo incontri con i trapiantati e organizzando con la prof.ssa Mazzei l'evento con cui si è concluso il Convegno.
Al V Convegno "Dona gli organi e la vita trionfa" hanno partecipato come relatori il dott. Maurizio Di Mauro, Direttore Sanitario dell'Azienda Ospedaliera San Paolo di Napoli e membro dell'Alto Comitato per i trapianti, che da anni promuove attività di sensibilizzazione alla donazione; il dott. Paride De Rosa, Responsabile del Centro Trapianti presso l'Azienda Ospedaliera San Giovanni di Dio e Ruggi D'Aragona di Salerno, che è chirurgo trapiantologo di rene e anche lui è membro dell'Alto Comitato per i Trapianti; il magistrato Giuseppe Cioffi; il sacerdote Luigi Merola, parroco a Forcella quando è stata uccisa Annalisa Durante, la ragazza che donando i suoi organi ha dato la vita a cinque persone; frate Paolo, che presta la sua opera presso il Convento dei francescani di Marano di Napoli; e, in qualità di testimonial, Arturo Di Mezza, campione olimpionico di marcia.
Il convegno era rivolto agli alunni di terza media della scuola "Vittorio Alfieri", agli studenti dei licei di Marano, ai docenti, ai genitori, ai medici e a tutti coloro che si interessano di trapianti o, più semplicemente, vogliono saperne di più.
Il convegno si è aperto con la visione del film "La vita attesa", sul tema della donazione, che presentando un finale aperto a due situazioni diverse, donare o non donare, invita il pubblico ad una profonda riflessione. Dopo i saluti della dirigente scolastica, il prof. Laurano, che faceva da moderatore, ha presentato i relatori. L'importanza della donazione è stato il tema principale dell'intervento del dott. Di Mauro, il quale ha spiegato come da un dono si possa salvare chi, non potendo essere curato in nessun altro modo, ha bisogno di ricevere un organo per continuare a vivere e, rivolgendosi ai giovani presenti, ha insistito sull'importanza della prevenzione che è fatta di regole semplici e chiare: mettere il casco quando si va in motorino, per esempio, o non farsi praticare tatuaggi senza le adeguate condizioni igieniche. Il dott. De Rosa ha parlato della morte cerebrale, illustrando la differenza tra coma e morte cerebrale, del trapianto di rene e della dialisi, del problema del rigetto dell'organo trapiantato - una risposta del sistema immunitario alla presenza, nel nostro corpo, di agenti esterni - e della necessità che hanno i trapiantati di assumere farmaci immunosoppressori per il resto della loro vita. Il dott. Cioffi ha insistito con i ragazzi sul tema della prevenzione, invitandoli a non sfidare il mondo con atteggiamenti da superuomo, e a non sentirsi immortali assumendo comportamenti pericolosi per sé e per gli altri. Il sacerdote, ricordando la vicenda di Annalisa Durante, la ragazza morta a Forcella qualche anno, colpita da un proiettile che non era a lei indirizzato, i cui genitori con un gesto d'amore infinito hanno donato gli organi della propria figlia, ha voluto portare un esempio di grande generosità che è scaturita da un grande dolore. Frate Paolo ha poi chiarito la posizione della Chiesa sulla donazione, e ha invitato il pubblico a non avere paura di donare: il dono di noi che facciamo per la vita degli altri, nel giorno della resurrezione finale dei corpi, che riguarda la corporeità e non il corpo in quanto tale, ci sarà reso abbondantemente. Ha chiuso il convegno lo sportivo di Arturo Mezza: con parole chiare, forti e incisive, adatte ad un pubblico di giovani, ha chiarito l'importanza della donazione, un gesto che dovrebbe essere naturale e scontato come naturale è la vita e il mistero della donazione della vita.
Qualcuno ritiene che una tematica così delicata come la donazione di organi è difficile da trattare con ragazzi di tredici anni, che il messaggio è troppo profondo perché venga trasmesso a chi trascorre gran parte della giornata a giocare a pallone o davanti a un computer, a chi non conosce la morte e si sente immortale. In realtà troppo spesso pensiamo di proteggere questi ragazzi nascondendo loro che oltre la vita esiste anche la morte. Bisogna invece parlarne perché solo così si fa prevenzione. Troppi ragazzi girano sul motorino senza casco sfidando la sorte e il pericolo. Troppi di loro muoiono battendo la testa o cadono in coma. Parlando li invitiamo a riflettere, a capire che il casco non è un obbligo imposto dai genitori o dalla polizia, è una protezione per loro, per la loro vita. Partendo così dalle esperienze stesse dei ragazzi, dalla loro conoscenza di casi di amici che hanno perso la vita, si introduce il tema della donazione degli organi e delle ragioni del donare, del significato del dono. I ragazzi, più e meglio degli adulti, recepiscono il messaggio. Essi sanno riflettere se li invitiamo a farlo e sanno essere profondi nei loro ragionamenti, sono capaci di problematizzare. Così il progetto ambizioso di catturare con un percorso formativo la loro attenzione su una tematica così difficile del nostro vivere civile, si concretizza con risultati sorprendenti: non solo i ragazzi rispondono positivamente alle sollecitazioni dei docenti e dell'ambiente, ma trasmettono a loro volta il messaggio alle famiglie e agli amici, sensibilizzando l'ambiente in cui vivono. Perché il messaggio è un messaggio forte che piace ai giovani: donare è amore, è solidarietà tra gli esseri viventi, è altruismo, è offrire a chi soffre un'altra possibilità di vita.

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